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Voce Fluida

un esperimento sociale, una profanazione artistica, un azzardo. Due voci dialogano in un flusso continuo di suoni.
Dall’inizio alla fine, poeta e cantante dialogheranno attraverso un flusso di coscienza, creando composizioni istantanee e dando vita ad una sola, unica e irripetibile, voce fluida.
A conclusione della performance, per chi lo vorrà, alcuni interpreti del Coro Diverso saranno disponibili per il “massaggio poetico”.

 

 

Il mistero della Voce

Una grotta magica ospita un coro di esploratori della Voce, registrato dal vivo a Putignano (BA) nella grotta di S. Michele durante il workshop di
Lorenzo Pierobon: Vox Ali.

Le carte della Voce: voice cards 2.0 new release

Nel 2007 nasce il primo mazzo di carte della voce con una impostazione prettamente grafica (qui l’articolo completo).

Oggi presentiamo questo  nuovo strumento considerato l’evoluzione delle carte della Voce, 96 carte divise in sezioni:

CARTE AZIONE
CARTE DILEMMA
CARTE CREATIVITÀ
CARTE VOCE
CARTE AFORISMA

Le Voice Cards, ideate da Lorenzo Pierobon, sono un potente strumento dedicato a professionisti di diversi ambiti: dalla relazione di aiuto alla creatività, dal teatro al canto. Pensate per superare blocchi emotivi e creativi, queste carte aiutano a esplorare nuove strade espressive e a sviluppare competenze vocali e relazionali in modo pratico e personalizzato.

A chi sono rivolte?

Le Voice Cards sono pensate per:

  • Professionisti della relazione d’aiuto, come terapeuti e counselor.
  • Creativi, alla ricerca di nuovi spunti per il loro processo artistico.
  • Attori e cantanti, per migliorare la performance e liberare il potenziale vocale.
  • Insegnanti di canto e vocal coach, per integrare tecniche innovative nel loro metodo.

Sono particolarmente utili per affrontare e risolvere blocchi creativi o emotivi, fornendo strumenti immediati per esplorare e trasformare il proprio rapporto con la voce e il corpo.


Lo strumento: il mazzo di carte

Il mazzo è composto da circa 96 carte, suddivise in sezioni specifiche:

  1. AZIONE: Esercizi pratici per attivare il corpo e la voce.
  2. DILEMMA: Spunti per riflettere su temi personali o creativi.
  3. VOCE: Tecniche vocali e suggerimenti per sperimentare suoni e risonanze.
  4. AFORISMA: Frasi ispirazionali che stimolano intuizioni e nuove prospettive.

Perché è necessario un corso di formazione?

Le Voice Cards non vengono vendute singolarmente ma sono fornite esclusivamente in combinazione con un corso di formazione personalizzato, disponibile in sessioni individuali o in piccoli gruppi.

Il corso è fondamentale per:

  • Apprendere le tecniche e le indicazioni presenti nelle carte.
  • Comprendere come adattarle alla propria professione o al proprio ambito d’intervento.
  • Sviluppare una pratica costante, necessaria per integrare gli esercizi in modo efficace.

Il corso, accessibile solo dopo un colloquio preliminare, garantisce un’esperienza formativa su misura per ogni partecipante, valorizzando l’unicità del proprio percorso.

Contattatemi in privato per informazioni:
pierobon.lorenzo@gmail.com

© 2019 Lorenzo Pierobon

Il podcast della trasmissione su Scott Walker

qui potete riascoltare la puntata della trasmissione STILE LIBERO andata in onda su Radio Popolare il 26 marzo e condotta da Maurizio Principato, contiene un mio intervento sulla figura di Scott Walker. Buon ascolto

Ascolta il podcast

 

La Musicoterapia, può aiutare i bambini autistici a gestire le emozioni

Secondo uno studio l’interazione sociale di chi ne è affetto può beneficiare dell’improvvisazione musicale. Ne parliamo con uno degli autori che ci spiega i risultati

di TINA SIMONIELLO (articolo originale)

NON C’È cura per l’autismo, ma la musica ha il potere di aprire la strada a nuove forme di comunicazione nei bambini che ne soffrono: 1 su 100. Sulla relazione tra musica e linguaggio nei pazienti pediatrici con disturbo dello spettro autistico all’Irccs Fondazione Stella Maris di Pisa si è appena tenuto un convegno nel corso del quale si è riflettuto sui risultati di Time-A, uno studio internazionale pubblicato sul Journal of the American Medical Association che ha valutato l’efficacia della musicoterapia, e in particolare dell’improvvisazione musicale, su 364 bambini autistici di 4-7 anni di 9 Paesi tra cui il nostro. Una ricerca che non ha dimostrato – come si legge nelle conclusioni – miglioramenti significativi, ma che comunque ha evidenziato effetti positivi sui pazienti. Ne abbiamo parlato con Filippo Muratori, associato di neuropsichiatria infantile all’università di Pisa, responsabile della Psichiatria dello sviluppo di Stella Maris, e co-autore della pubblicazione ospitata da Jama. “Il fatto è – dice il neuropsichiatra – che lo strumento diagnostico che abbiamo utilizzato in Time-A valuta alcuni aspetti del bambino autistico, per esempio quello socio-comunicativo, ma non altri. In realtà, nel corso di Time-A, di effetti positivi significativi ne abbiamo rilevato diversi”.

LEGGI Autismo, la ricerca: diagnosi precoce basata su sviluppo del cervello

·L’IMPORTANZA DI IMPROVVISARE

“Nei bambini che hanno partecipato al progetto – riprende Muratori- è aumentata la motivazione sociale, mentre sono diminuiti i manierismi autistici, i movimenti stereotipati e ripetitivi. È migliorata anche la regolazione emotiva che è una premessa per lo sviluppo delle abilità di interazione sociale. E l’effetto è stato più evidente nei casi in cui è stato possibile ‘improvvisare’ insieme al musicoterapeuta brevi brani musicali, il che è indice di una migliore sintonizzazione affettiva”.

·IL MUSICOTERAPEUTA È UN MUSICISTA

La musicoterapia usa la musica per costruire una melodia con chi ha difficoltà di comunicazione, bambini ma anche adulti, autistici ma anche affetti da altre malattie. “È un dialogo fatto di suoni, di note musicali, che si improvvisa. Non è una lezione, non c’è nulla di precostituito, un po’ come accade a volte nel jazz”, spiega Muratori. E il musicoterapeuta non è uno psicologo che si improvvisa musicista ma un musicista che ha seguito un’opportuna formazione sia musicale che clinica, e che lavora all’interno di un team specialistico, come è avvenuto nel Time-A. In Italia ci sono scuole di formazione per musicoterapeuti ma la figura professionale non è ancora riconosciuta ufficialmente, a differenza di quanto avviene in altri Paesi”.

·UNA PERSONA SU 100

L’autismo è una malattia dello sviluppo del cervello multifattoriale: le cause sono diverse e di diversa natura, ambientale e genetica. È affetta da disturbi dello spettro autistico circa 1 persona su 100 – “in base a dati epidemiologici internazionali, nel nostro Paese non abbiamo dati certi e definitivi”. Ma se i numeri non sono sempre certi, è certo che il numero dei casi di autismo è in crescita nel mondo, perché è migliorata la capacità diagnostica e la sensibilità nei confronti di una patologia che include un’ampia eterogeneità di quadri: nelle persone che ne sono affette, il grado di abilità intellettiva e comunicativa è molto variabile e spazia da una compromissione grave ad abilità cognitive non verbali anche superiori alla norma: “Sono i cosiddetti talenti, per esempio ci sono bambini con capacità di percezione dei particolari e capacità grafiche notevoli. O anche con notevoli talenti musicali”, continua Muratori.

Di autismo non si guarisce, ma la diagnosi precoce che è possibile già nei primi due anni di vita, e di conseguenza l’intervento precoce sono strumenti importanti. È in questo contesto che va inserita la musicoterapia “che – conclude Muratori – può contribuire a migliorare la vita di chi soffre di autismo e delle loro famiglie”.

Ascolta le puntate di Voice Anatomy con Lorenzo Pierobon su Radio24

Intervista a Lorenzo Pierobon nella puntata completa  del 16 dicembre  2018 della trasmissione Voice Anatomy condotta da Pino Insegno per Radio24

ASCOLTA un estratto

 

Intervista a Lorenzo Pierobon nella puntata completa  del 25 novembre 2018 della trasmissione Voice Anatomy condotta da Pino Insegno per Radio24

ASCOLTA un estratto

La Via dell’arco, la Via della voce

“Lo Zen e il tiro con l’arco” (Zen in der Kunst des Bogenschießens), scritto da Eugen Herrigel. È un libro affascinante che esplora la relazione tra la filosofia zen e la pratica del tiro con l’arco giapponese, il kyūdō. Herrigel, filosofo tedesco, si trasferì in Giappone negli anni ’20 e decise di apprendere il kyūdō per comprendere meglio lo spirito del buddhismo zen. Nel libro, racconta il suo percorso di apprendimento sotto la guida del maestro Kenzo Awa, mettendo in luce come il tiro con l’arco non sia solo una tecnica fisica, ma una disciplina mentale e spirituale che richiede concentrazione, abbandono dell’ego e un’unione totale tra mente e corpo. L’opera si è rivelata una porta d’ingresso per molti occidentali interessati alla filosofia orientale, fornendo un ponte tra le pratiche zen e il pensiero occidentale, il libro rimane un classico per chi cerca ispirazione sul significato profondo della pratica e sulla connessione tra azione, mente e spirito.

Dopo aver letto Lo Zen e il tiro con l’arco  ho intuito che vi fosse un certa similitudine tra l’arciere ed il cantante. L’arciere tende il suo arco, si prepara al tiro e scocca la freccia; il cantante (in particolare quello che pratica il canto armonico), prepara il suo arco (il corpo), tende la corda attraverso i movimenti della lingua, e scocca la sua freccia creando gli armonici al di sopra della nota fondamentale.Solo dopo essermi iscritto ad un corso di tiro con l’arco, ed aver imparato a tirare,   è arrivata l’intuizione. 

Attraverso la vocalizzazione del fonema : L-U-I si possono imitare e visualizzare le tre posizioni dell’arciere. Questo esercizio si può utilizzare in particolare nel canto armonico a due cavità, cioè quella tecnica che prevede il sollevamento della lingua verso il palato, in modo da formare due zone di risonanza, quella superiore e quella inferiore. Attraverso un controllo appropriato possiamo ottenere due (o più) armonici nell’arco di una emissione vocale. 

 

La prima fase consiste nell’ incoccare la freccia  attraverso la vocalizzazione della consonante L. La lingua si posiziona a contatto con gli alveoli dentali (incisivi superiori).

Si passa poi alla vocale U , corrispondente alla fase del tendere l’arco. La vocale u è caratterizzata dalla chiusura delle labbra, che formano un’apertura più stretta, e dall’arretramento della lingua.

Infine per scoccare la freccia si vocalizza la  I , la lingua si appiattisce e i suoi bordi esterni vengono  a contatto con la parte interna dei molari e premolari (arcata superiore), la punta scatta in avanti come la punta della freccia quando lascia la corda tesa dell’arco

Alla fine si uniscono i tre movimenti : incocca (L), tendi (U), scocca (I) in una sola emissione……e la freccia raggiunge il bersaglio! E’ così che il cantante, come l’arciere, diventa tutt’uno con il suo canto.

© 2011 Lorenzo Pierobon

Cantare in coro? Fa vivere (e respirare) meglio

Uno Studio svedese, scopre che i battiti del cuore dei coristi si sincronizzano con quelli degli altri dalle prime note, la voce  si rivela sempre di più “strumento musicale” a tutti gli effetti, capace di produrre risultati che hanno dell’incredibile. La musicoterapia lo insegna da tempo…la voce il primo strumento.

Cantare in coro allunga la vita,..

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il libro della Voce

Gli stili, le tecniche, i protagonisti della vocalità contemporanea internazionale. Con 11 interviste esclusive, 23 ritratti fotografici  e…

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