Tsunami e 2Acque

Tsunami e 2Acque

 

K U  “TSUNAMI”  (Ku Records)

La ricerca sonora dei tre membri di *K U* culmina in un cd di improvvisazioni nel quale suoni di strumenti tradizionali ( chitarre,percussioni, voce ) e non ( semi, rainstick, didgeridoo, oggetti vari )si mescolano in loops ed elaborazioni elettroniche; il tutto e’arricchito qua e la’ dalle sempre magiche tessiture del canto armonico (Lorenzo Pierobon, gia’ presente in ” Perle di grotta ” di Mariolina Zita ).
Protagonisti del suono, oltre a Ku, sono i canti ed i rumori di delfini,orche, balene.La musica non segue linee stilistiche precise, si muove libera da schemi, toccando in piu’ punti vette coinvolgenti.”Delphina” piace per la progressione ritmica e per le linee chitarristiche che ricordano certe cose di Micheal Brook e Peter Gabriel., “Oltre il silenzio” e’ tesa e nervosa, “Discesa” scende sulle volute del canto armonico e del didgeridoo in territori di mistero, “Baja California” cerca nuovi linguaggi e crea suggestioni sonore nel suo sviluppo cinematico, “L’ ultimo canto” e’ un misto di echi tribali e di musicalita’ solare seppure straniata; fuori luogo, per una eccessiva tendenza al ritmo ed alla melodia, “Pulau we” e “Minuetto”. In chiusura, “Cetacea” presenta frammenti di voci e di cetacei.

Un disco pieno di invenzioni che promette molto: speriamo che *K U* si sviluppi nella direzione sperimentale e riesca ad evitare cadute di tono e di tensione.

Gianluigi Gasparetti  – DEEP LISTENINGS-   Numero 10   Autunno 1997


 

Difficult to place, but lying somewhere on the sliproad between New Edge and New Age.Dissonant held drones and whispering instruments evoke Fourth World ambiences simple rhytmic loops and percussive patterns, didgeridoo, classical guitar, troathsinging, found objects and “pshycho-percussion” …* *Jean Philippe Bordoni, Franco Canneto and Lorenzo Pierobon call this a journey towards the inner nature of improvisation and sound.  The dolphins and killer whales pouting and blowing raspberries through the tracks probably have a different agenda. Defamiliarising at times, the embryonic space at the heart of the cosmos would be more convincing if they dropped the civilised contours and occasional temptations of slick guitar.


 

K U vuol dire vuoto, ma anche totale abbandono del se’. Gia’ il nome dovrebbe dirla lunga sul tipo di musica che i tre componenti del gruppo hanno deciso di intraprendere. Se poi si vanno a guardare le loro peculiarita’ si scopre che Jean Philippe Bordoni si occupa di chitarra, rigenerazioni armoniche e loops, Franco Canneto di unita’ psico-percussive e Lorenzo Pierobon di vocalita’, vertones, loops e didgeridoo. Viste le premesse e dopo un primo ascolto verrebbe da pensare ad una sorta di musica New Age con richiami piu’ o meno evidenti a certi lavori sulle profondita’ abissali e sul canto delle balene, ma poi procedendo con i brani le cose cambiano, si complicano e viene da sintonizzarsi con  le definizioni che gli stessi Ku danno dei loro pezzi, cioe’ dei non meglio identificati ” quadri sonori talora ipnotici e rilassanti, talora inquietanti, che possono di volta in volta evocare suggestioni post-industriali, cime himalayane. deserti mistici, danze tribali, viaggi cosmici o profondita’ oceaniche.”  I nove pezzi che compongono il CD sono comunque interessanti, riescono a catalizzare l’ attenzione e spesso ad intrigare. L’ uso delle  rigenerazioni, soprattutto feedback e loops, sono ben congegnate e finalizzate a generare effetti spesso legati a fenomeni esogeni naturali, a grida e corse di animali, cosi’ come gli overtones emessi dalla voce ed il suono del didgeridoo evocano contesti ancestrali, forse riesumati da un inconscio collettivo. Anche le percussioni, spesso elettroniche, hanno un ruolo importante a definire un certo tipo di immagine che comunque e’ sempre lasciata libera di fluire attraverso il tempo e lo spazio.  Il gruppo e’ da seguire con attenzione e il CD e’ senz’ altro consigliato.

Roberto Caselli JAM


 

A strange blend of whale and dolphin noises, and music that runs from Cluster SOWIESOSO territory through to new-age and avant-garde realms, using synths, percussion, Frippian ” Crafty Guitars ” and such like. An odd and interesting blend, through simultaneously unfocused in style whilst focused in concept. For those whole like a challenge, as well as an ecological context, this could be a winner.For those whole like a challenge, as well as an ecological context, this could be a winner.

Alan Freeman AUDION THE NEW-MUSIC MAGAZINE N°39


 

K U “2 ACQUE” (Ku Records)

Con il nuovo album /2 Acque/, che deve il titolo alla splendida localita’ al confine con l’ Umbria in cui e’ stato registrato live, i Ku giungono alla loro seconda esperienza discografica e confermano quanto di buono avevano gia’ dimostrato qualche anno fa con il precedente  Tsunami. Gruppo indefinibile, Lorenzo Pierobon (Overtones e didgeridoo), Jean Philippe Bordoni (chitarra) e Franco Canneto ( Zendrum-Globular Bass), estrapolano un ora di musica da una loro performance tenuta nel corso di uno sleep in in una cascina posta nel bel mezzo di un bosco.

L’ ambientazione, che a prima vista sembrerebbe molto new age, non aiuta a comprendere in modo corretto la filosofia del gruppo che pur amando costruire i suoi lavori su linee sobrie e spesso meditative, ha in se’ qualcosa di epico, di iniziatico. L’ album e’ costruito da un unico lungo pezzo, una sorta di viaggio  onirico in cui il suono ancestrale del didgeridoo si accompagna a quello appena accennato del basso che sembra essere l’unica espressione vivente (pulsante) del paesaggio che viene disegnato dalla chitarra e da interventi campionati che sembrano simulare agenti atmosferici: vento e accenni di temporali.

E’ un lavoro interessante che si presta alle piu’ varie situazioni e congetture, non a caso i Ku tendono a eseguirlo nel corso di intere nottate, dilatandolo e approfondendolo a piacimento. Da ascoltare.

Voto : 7

Perche’: e’ un unico pezzo intrigante che sta in bilico tra new age e sperimentazione. Un viaggio onirico che parte da molto lontano.

Roberto Caselli


 

E’ sempre un piccolo evento, per chi scrive, scoprire realta’ musicali così autonome, senza frontiere, creative nel senso più vero della ricerca e della sperimentazione sonora. Da tale premessa mi accingo a far menzione dei monzesi KU, gia’ autori nel 1997 del bellissimo “Tsunami” dedicato ai cetacei, colgono l’attimo fuggente racchiuso in un’estemporanea e notturna registrazione live dall’ammaliante lentezza ritualistica. Lorenzo Pierobon introduce con effetti vocali e didgeridoo l’ipnotica e tribale cerimonia in cui il basso di Franco Canneto pulsa profondo e la chitarra di Jean Philippe Bordoni traccia suoni ambientali-psichedelici.

Elementi elettronici e percussivi completano il quadro, arricchendone le pregnanti tensioni, per un viaggio (circa un’ora) dalle forti e viscerali connotazioni mantriche (new-age primordiale ante-litteram?) che sara’ gioia di pochi, tuttavia spiritualmente propedeutico e pressoche’ unico nel paese di O sole mio.

Loris Furlan Mucchio Selvaggio Settembre 2000


 

Non avevo mai ascoltato la musica dei Ku prima di aver avuto questo CD tra le mani. Sapevo di un suggestivo concerto tenuto a Due Acque, durante un fine settimana che impegni di altro genere mi avevano costretto a disertare, ed ho inserito questo CD nel lettore con un certo senso di inquietudine che non riuscivo a spiegarmi razionalmente. Perche’ sembrava pesarmi così tanto mettere questo CD nel lettore? Non ho questa sensazione ogni volta che ascolto un CD nuovo?

Mentre riflettevo su questo, tintinnii metallici e la voce profonda di Lorenzo Pierobon avevano cominciato  ad avvolgermi nella piccola stanza dove, seduto al computer, iniziavo a ricomporre il materiale appena ricevuto per preparare questa pagina di recensione. Sono bastati i  primi due minuti per spiegarmi la ragione di quel senso di inquietudine… Si trattava di una specie di senso di colpa, l’impressione di aver perso l’occasione di partecipare ad un evento raro e denso di emozioni, il
rimpianto di non aver rimandato qualsiasi altro impegno pur di non mancare quel fine settimana al concerto dei Ku a Due Acque…  Oppure, peggio ancora, il rimorso di aver sottovalutato l’evento del concerto di uno sconosciuto (per me…) gruppo italiano rispondente al nome di Ku, che mentre io passavo una serata affaccendato in eventi che la mia mente ha già dimenticato, regalava ai pochi fortunati presenti una serata di grande musica dal vivo, di grande esibizione tecnica e artistica…

La prossima volta non manchero’

Giuseppe Verticchio  Oltre il suono ottobre 2001

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