Una delle sequenze vocaliche che utilizzo più frequentemente per insegnare la tecnica a singola cavità è UOA, una sequenza che in qualche modo ritengo “sacra”, in questo breve articolo cercherò di spiegarne le motivazioni.
Nel canto armonico, la tecnica a singola cavità prevede l’estrema nasalizzazione del suono, mentre la lingua assume una posizione intermedia o bassa.
La maggior parte delle consonanti ( tranne m, n e ng) e tutte le vocali, sono a risonanza orale, mentre nel canto armonico si predilige l’abbassamento del velo palatino per rendere più agevole il transito dell’onda sonora e favorire così l’uso accoppiato delle cavità nasali e dei risuonatori. La sequenza che propongo, ha una forte componente simbolica e non è un semplice esercizio meccanico, porta in se l’essenza nascosta della voce: l’intenzione.
U:
Le labbra sono protruse determinando una piccola apertura circolare , la punta della lingua è in avanti mentre la parte posteriore risulta sollevata. Il suono della U parte dalle zone più basse del nostro corpo, lo attraversa tutto fino a dipingere un piccolo cerchio sulla bocca semi chiusa con le labbra molto ravvicinate. La U è terra, radicamento, è il sacro rituale.
O:
E’ la vocale di passaggio tra U e A si articola con una ampia apertura della cavità orale, la lingua è arretrata (compresa la punta), la parte posteriore è ancora più sollevata rispetto alla U.
Il suono si allarga e sale abbracciando la totalità del corpo. La O è rotonda e corposa, un mondo che si manifesta improvviso all’interno della cavità orale, è il vuoto “non vuoto”.
Le labbra dipingono un ampio cerchio sulla bocca aperta.
A:
Gli angoli delle labbra si allontanano, la lingua è rilassata e adagiata sul fondo della bocca. Tutto il flusso d’aria ha compiuto il suo percorso verso l’alto, il cuore è stato conquistato.
La A è la forza maestosa governata dalla calma. Le labbra dipingono un’ellisse.
Ora che abbiamo il quadro completo dei simboli che le labbra creano durante l’emissione di ogni singola vocale, possiamo intonare l’intera sequenza U O A, avendo cura di glissare lentamente da un suono al successivo, le vocali scivolano una all’interno dell’altra in maniera fluida e consequenziale, gli armonici emergono chiari e scintillanti; con movimenti minimi delle labbra possiamo passare da una forma/simbolo all’altra , fino ad ottenere il risultato finale.
La voce ritrova la sua essenza, l’intenzione raggiunge lo scopo e si apre alla “visione”
© 2011 Lorenzo Pierobon
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