Autore: Lorenzo Pierobon – Veronica Vismara © 2007
“Esisteva allora l’unico androgino, partecipe di entrambi, maschio e femmina […] erano terribili per forza e per vigore, nutrivano pensieri superbi e perciò attaccarono gli dei.[…]
Zeus e gli altri dei, allora, dibattevano su cosa si dovesse fare ed erano in difficoltà, perché nè potevano ucciderli e annientarne la specie fulminandoli come i giganti ,in tal caso sarebbero scomparsi gli onori e i sacrifici resi loro dagli uomini, nè potevano lasciarli insolentire.
Dopo faticosa riflessione Zeus allora disse: “mi pare di avere un’espediente per fare si che continuino ad esistere uomini, e al tempo stesso,indeboliti cessino dalla loro tracotanza. Ora continuò, li taglierò ciascuno in due e così saranno al tempo stesso, più deboli e più utili a noi, essendosi accresciuti di numero.” ( “Conoscere i miti” Racugno N.)
Già nella antica mitologia greca veniva affrontata la problematica della separazione dell’Uno nelle componenti maschile e femminile. Lo stesso concetto e’ espresso metaforicamente nella Bibbia quando da Adamo (energia maschile) viene “estratta” una costola per creare Eva(energia femminile).
La sensazione di incompletezza permane tuttora nel profondo dell’ inconscio collettivo , e si manifesta con la naturale tendenza dell’essere umano a ricercare un ricongiungimento esterno con un partner.
D’altra parte, il senso di separazione tra maschile e femminile è stato efficacemente alimentato da una società che predilige comportamenti esterni prettamente “maschili”. Nel senso che vengono sponsorizzati concetti come l’azione, la competizione ,la velocità.Il risultato di questo atteggiamento e’ una società prevalentemente patriarcale, dove l’energia femminile, per secoli soffocata, invece che potersi esprimere liberamente, ha dovuto adeguarsi e “travestirsi” da surrogato forzoso di quella maschile.
Questa confusione di ruoli si manifesta nel mondo esteriore nel contesto familiare, di coppia , sociale in generale, e trova le sue radici in un non riconoscimento /accettazione dell’altro/a aspetto energetico insito nell’essere umano.
Equilibrio, riconoscimento e accettazione delle due componenti energetiche sono la base di partenza per una ricerca interiore che porta ad un percorso evolutivo personale. L’evoluzione e la crescita dell’individuo trova la sua collocazione più ampia e il suo scopo più elevato nell’evoluzione collettiva, che si manifesterà poi in contesti sempre più allargati, dalla coppia, alla famiglia alla società in toto.
Risulta evidente quindi che il cambiamento in senso evolutivo non può partire da contesti sociali molto allargati , ma dall’individuo. Una persona integrata ed equilibrata potrà poi fungere da guida o da compagno di cammino per altri individui che sentono la stessa “spinta” al cambiamento, e così via, fino al raggiungimento di tante masse “critiche” che potranno dare origine ad una società equilibrata ed evoluta, più rispettosa della componente energetica femminile, armonicamente integrata con quella maschile.
Il percorso dall’individuo alla società ricalca l’antico detto “così in basso come in alto”.-
Lo stesso percorso ideale può essere compiuto all’interno del microcosmo “essere umano” attraverso i chakra. I chakra sono centri energetici comprendenti le diverse componenti della persona. I più bassi sono legati alla terra, agli istinti, alla riproduzione e perciò alla sessualità. II plesso solare, sede elettiva delle emozioni,Il chakra del cuore, che contempla la sfera sentimentale. Fino ai chakra della fronte e della corona che attendono alla sfera spirituale.
In effetti, quando un uomo e una donna si incontrano, ed esistono ovviamente presupposti e contesti adeguati, l’istinto di sopravvivenza della specie porta ad una attivazione dei primi chakra. Quando l’energia sale si attivano il plesso solare tutte le emozioni che normalmente accompagnano l’incontro tra due persone che desiderano conoscersi.
Se la relazione viene coltivata, nascono sentimenti più nobili e impalpabili e possiamo dire che il chakra del cuore e’ il motore che viene acceso in quel momento.
Il chakra della gola e’ quello che attiene alla comunicazione, alla manifestazione esterna del Se’ attraverso la voce. A questo punto del nostro viaggio ideale che un unione può compiere c’e’ , a nostro parere un nodo fondamentale.
Nella coppia si comincia a costruire una relazione di scambio, di condivisione a diversi livelli.Ma la voce non e’ solo il veicolo che ci permette tutto ciò, non e’ solo la manifestazione fisica del pensiero,non e’ solo il suono del nostro essere. Parlando, ma soprattutto cantando, si possono evocare emozioni profonde in se stessi e negli altri, a seconda dell’intenzione che chi canta o parla vuole mettere in ciò che fa. In qualche modo la voce rappresenta la nostra essenza , e in questo caso, può essere vista come la trasformazione alchemica da materia a spirito. In realtà la voce può essere interpretata come una sorta di “energia verticalizzante”, sia dal punto di vista esteriore che interiore. La vera unione perciò, il vero matrimonio , prima che all’esterno, deve avvenire all’interno.
Matrimonio ovviamente fra le componenti maschile e femminile che ognuno ha archetipicamente dentro di se’. Secondo il principio di yin e yang, ogni parte contiene una componente dell’altra, e questa complementarietà va riconosciuta, accettata e soprattutto deve esistere una integrazione fra le parti.La presenza del /della partner, con la sua componente fisica, emozionale, mentale e con la sua voce, funge da specchio per il ritrovamento, l’accettazione e l’integrazione del nostro opposto. Questo e’ un principio ormai riconosciuto attivo anche a livello psicologico.
Ma restando sull’uso consapevole che della voce si può fare in questo contesto, possiamo dire che a quel livello può avvenire una “fusione” totale ,preludio di un’apertura verso la componente più spirituale e sottile dell’essere .
Lo scopo di questo viaggio interiore e’ quello di un’integrazione utile, ma a volte proprio necessaria,a non lasciare parti inconsce inascoltate o inibite o troppo presenti.Un equilibrio esteriore, nei comportamenti, nelle emozioni ecc, e’ imprescindibile da un equilibrio interiore.
La parte pratica prevede l’utilizzo di vocalizzazioni, mantra,accompagnati da sequenze di movimenti che hanno la funzione di riconoscere, attivare ed accettare le rispettive parti non omologhe.Durante l’emissione del mantra evocativo della parte maschile e’ utile mantenere una formante(l’altezza della nota) più grave rispetto a quando si vocalizza il mantra femminile.
Un passaggio ulteriore, che può essere interpretato come una sorta di “canto iniziatico” per la coppia,si verifica quando, vocalizzando contemporaneamente i rispettivi mantra, ad un certo punto l’uomo vocalizza il mantra femminile e viceversa.Una cosa analoga avviene in certe realtà tribali ,dove ai promessi sposi viene richiesto, prima dell’unione coniugale, di imparare a cantare insieme in modo armonioso.
L’integrazione avvenuta permette di attingere ad una energia o ad un’altra (maschile e femminile) in modo sano e consapevole a seconda dei contesti e delle necessità. L’equilibrio mentale, fisico ed emozionale che ne deriva avrà ripercussioni in ambito relazionale, professionale, sociale,ecc.
Lorenzo Pierobon Veronica Vismara © 2007
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