CARSTEN NICOLAI E IL CANTO MONGOLO
Protagonista del Padiglione sarà il canto di gola mongolo, un’antica pratica di vocalizzi complessi che si traduce in più toni che si susseguono contemporaneamente in un coro di diverse voci. Il progetto pensato per Venezia, a TEMPORALITY, è un lavoro di gruppo interdisciplinare, guidato dall’artista mongolo E. Jantsankhorol, che creerà un ambiente in cui gli artisti possono lavorare ed esibirsi in forme ispirate al canto armonico, con suoni da registrare e installare durante la Biennale. Tra gli artisti invitati a interagire c’è anche il già citato Nicolai, alias Alva Noto, sound artist e produttore tedesco di musica elettronica che lavorerà con un gruppo di “cantanti di gola” a Ulan Bator, capitale della Mongolia, e porterà i risultati a Venezia in occasione dell’opening della rassegna.
TRADIZIONE E MODERNITÀ
Curato da Gantuya Badamgarav, a TEMPORALITY riflette sul rapporto tra il canto di gola e la natura e i modi in cui è stato usato per comunicare. “Oggigiorno l’interazione tra uomo e natura è quasi estinta”, si legge nella nota stampa del progetto. “Abbiamo creato gli ambienti umani che ci circondano, come blocchi di cemento, vetri, pannelli e asfalti con cui interagire. Il canto di gola, al contrario, è più leggero e pesante di tutto ciò”.
– Desirée Maida
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