Decisamente, un buon inizio. Il primo appuntamento di PoesiaPresente, ospitato ieri alle 21 dal teatro monzese Binario 7 e intitolato “In nome di Dio”, ha lasciato intravedere lo spirito con cui la stagione poetica intende ripartire. La familiarità e la confidenza con il pubblico, meno marcate nelle precedenti edizioni, stanno a testimoniare la crescita continua della rassegna. Un Binario 7 con più posti pieni che vuoti, di giovedì sera, è un modo incoraggiante di cominciare. Se la missione di PoesiaPresente è di «restituire una voce a qualcosa che possa davvero cambiare la nostra vita», come ha detto Dome Bulfaro, il lavoro dell’associazione Millegru sembra proseguire nella direzione giusta.
La serata ha offerto momenti di indubbia qualità artistica, a cominciare dall’esibizione solitaria di Lorenzo Pierobon, musicoterapeuta e cantante armonico monzese. Di notevole espressività il suo assolo di voce, capace di mettere in scena un’immagine, una situazione, come di un mare in risacca e un canto che si leva piano piano, fino a diventare persistente e quasi ossessivo, come fosse la voce di un muezzin perduto alla disperata ricerca di Dio.
A chiudere, un’impressionante esibizione dell’Harmonics Art Ensemble guidato da Lorenzo Pierobon: un canto corale suggestivo, in cui la voce letteralmente si sfigurava, trasformandosi quasi in un altro strumento. «Un canto armonico che permette di riprendere contatto con l’origine», come ha detto lo stesso Bulfaro.
Tutti i momenti della serata si sono svolti mentre sul palco campeggiava un’installazione visiva e sonora di Davide Giuseppe Mauri, dal titolo “Cellula staminale DGM”, dedicata alla famiglia, alla sua sacralità e al rapporto con le origini.
Simone Camassa
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