Archivio annuale 13 Novembre 2024

Wu Wei e Wu Shin: l’essenza del Tao applicata all’arte, alla musica e al canto

I concetti di Wu Wei e Wu Shin derivano dal Taoismo, ma la loro portata si estende ben oltre la filosofia e le pratiche spirituali, influenzando profondamente le arti, tra cui la musica, il canto e la danza. Questi principi non rappresentano solo una via di approccio alla creazione artistica, ma forniscono anche una guida esoterica per vivere in armonia con il Tao, il principio universale che permea ogni cosa. In un mondo sempre più orientato al controllo, all’intenzionalità e alla produttività, i concetti di Wu Wei (non-agire) e Wu Shin (assenza di mente) ci ricordano il potere della spontaneità, dell’azione fluida e dell’abbandono alla naturalezza. Questi principi non sono soltanto teorie astratte o pratiche spirituali, ma veri e propri atteggiamenti esistenziali che si manifestano in ogni aspetto della creazione artistica, portando l’artista a vivere in armonia con il fluire naturale del Tao. Nell’ambito esoterico, rappresentano una sorta di “magia” che permette di connettersi con forze superiori attraverso la bellezza e la spontaneità creativa.

Wu Wei: agire senza forzare
Il Wu Wei viene spesso tradotto come “non-agire”, ma questa interpretazione può risultare fuorviante se non compresa nel contesto taoista. Wu Wei non significa inattività o passività, ma agire in modo naturale, senza forzature, in sintonia con il flusso naturale degli eventi. In altre parole, è l’arte di “fare senza fare”, di lasciare che l’azione fluisca liberamente, senza interferire con il corso naturale delle cose. In termini esoterici, Wu Wei rappresenta un equilibrio tra volontà individuale e la volontà cosmica. L’artista, che sia un musicista, un danzatore o un cantante, non forza l’azione o la creazione. Invece, si lascia trasportare dall’energia e dal ritmo naturale del mondo, permettendo che l’arte si manifesti attraverso di lui. Nella musica, Wu Wei si manifesta quando l’artista non tenta di controllare ogni aspetto dell’esecuzione, ma si lascia andare all’ispirazione. Nella pratica del canto, in particolare, questo può assumere forme sorprendenti. Il canto armonico, per esempio, è una tradizione ancestrale che trova espressione nelle culture mongole e tibetane. I cantanti armonici non “producono” il suono attraverso un processo di controllo forzato, ma piuttosto lo “ricevono”, lasciando che le vibrazioni emergano dalla loro interazione spontanea con il respiro e il corpo. È un atto che trascende la volontà individuale, dove la voce diventa un veicolo per canalizzare l’energia cosmica.
Nell’ambito della musica strumentale, molti compositori e interpreti descrivono l’esperienza di un flusso ininterrotto di creatività che scorre attraverso di loro, quasi come se la musica “venisse suonata” da una forza esterna. Il musicista diventa il tramite, e in questo stato di grazia il concetto di Wu Wei si realizza pienamente: non è più l’ego a guidare l’azione, ma un flusso superiore. Il jazz, per esempio, con la sua enfasi sull’improvvisazione, incarna perfettamente questa filosofia. Il musicista jazz, quando è nel pieno della performance, non pianifica ogni singola nota in anticipo, ma si lascia guidare dal momento presente, rispondendo agli stimoli esterni, sia dagli altri musicisti che dall’ambiente. Questa forma di “non-agire” nell’improvvisazione crea un contesto in cui la musica può evolversi senza vincoli, rivelando nuove possibilità sonore.
Nella danza, Wu Wei si manifesta come un movimento fluido e spontaneo, dove il danzatore non cerca di dominare lo spazio o di controllare il proprio corpo in modo rigido, ma piuttosto si lascia guidare dal ritmo, dal respiro e dall’energia circostante. In molte tradizioni mistiche, come la danza sufi o le pratiche di danza sacra orientale, l’abbandono al movimento è visto come un atto di preghiera. Il danzatore diventa uno strumento del divino, e ogni movimento si trasforma in un’espressione dell’unità con il tutto. Nel contesto esoterico, la danza può essere vista come una forma di comunicazione con il divino. Non è raro che i danzatori mistici entrino in uno stato di trance, in cui il movimento diventa un veicolo per l’estasi spirituale. In questo stato, il concetto di Wu Wei si realizza completamente: non c’è sforzo consapevole, ma solo l’abbandono a un’energia superiore che guida il corpo senza resistenza.

Wu Shin: il vuoto creativo
Mentre Wu Wei si focalizza sull’agire senza forzature, Wu Shin rappresenta lo stato mentale necessario per raggiungere questa condizione. Il termine Wu Shin si traduce letteralmente come “assenza di mente”, ma questo vuoto non è uno stato di assenza totale o apatia, bensì uno stato di apertura e ricettività. La mente, come uno specchio, non trattiene nulla, non giudica, non si attacca a nulla. Riflette tutto ciò che accade, ma senza interferire. In termini creativi, Wu Shin rappresenta uno stato di vuoto mentale che permette all’artista di essere completamente immerso nel flusso creativo, senza distrazioni o blocchi mentali. La mente non è più ostacolata dai pensieri egoici, dalle preoccupazioni o dalle aspettative, ma è completamente presente, libera di rispondere al momento presente. Mente vuota, piena creatività.

La voce come estensione del vuoto
Nel canto, Wu Shin si manifesta come una forma di abbandono alla voce stessa. I cantanti che praticano tecniche orientali, come il canto sacro tibetano o il canto difonico, descrivono uno stato in cui la mente si svuota completamente, permettendo al suono di emergere in modo naturale. La voce, in questo contesto, diventa uno strumento per connettersi con il sacro, un mezzo attraverso il quale le vibrazioni del cosmo possono essere percepite e trasmesse. L’esoterismo del Wu Shin si rivela in tutta la sua potenza quando il cantante raggiunge uno stato in cui il suono non è più prodotto dalla mente conscia, ma nasce direttamente da una connessione profonda con l’energia universale. In questo stato di “vuoto”, la voce può esprimere l’infinito, diventando una forma di meditazione sonora che trascende la realtà ordinaria. Quando la mente è vuota, il suono diventa un veicolo per il sacro.

Il corpo che fluisce  nel vuoto
Nella danza, Wu Shin si manifesta come una mente completamente vuota, che permette al corpo di muoversi senza vincoli. Quando il danzatore o la danzatrice entrano  in questo stato, il corpo si muove da solo, seguendo il ritmo dell’universo. Non c’è più un io separato che controlla il movimento, ma solo una fusione tra il corpo e lo spazio circostante. Le tradizioni di danza rituale, come la danza balinese o la danza delle dervisci, sfruttano il concetto di Wu Shin per creare un’esperienza trascendentale. In questi rituali, il danzatore si svuota completamente, lasciando che il movimento diventi un atto sacro, una forma di preghiera attraverso cui il divino può manifestarsi.
Dal punto di vista esoterico, Wu Wei e Wu Shin rappresentano le chiavi per una comprensione più profonda della creazione artistica. L’arte non è solo espressione individuale, ma un atto sacro che permette di connettersi con il Tao, l’energia universale che permea ogni cosa. Attraverso il non-agire e l’assenza di mente, l’artista diventa un canale per il divino, un tramite attraverso cui l’universo può esprimersi. Nella tradizione taoista, l’arte è vista come un’estensione del Tao, e quindi ogni atto creativo è un modo per armonizzarsi con le leggi universali. Questo principio si riflette nelle pratiche artistiche più mistiche, dove il canto, la musica e la danza diventano strumenti per esplorare la dimensione sacra dell’esistenza. Applicare i concetti di Wu Wei e Wu Shin alla vita quotidiana, oltre che alle arti, rappresenta una via per vivere in armonia con il flusso naturale delle cose. Non si tratta solo di creare arte, ma di permettere che la vita stessa diventi un’arte, un atto di creazione continua, in cui l’individuo si allinea con le forze universali senza resistenza o forzatura. Nella musica, nel canto e nella danza, Wu Wei e Wu Shin ci insegnano a lasciare andare il controllo e l’ego, a fluire con il momento presente, a vivere ogni istante come un atto sacro. Nell’esperienza quotidiana, questi concetti ci guidano verso una vita più autentica e armoniosa, in cui ogni gesto, ogni suono e ogni movimento diventa un riflesso del Tao.
Wu Wei e Wu Shin non sono semplicemente concetti filosofici, ma strumenti per raggiungere un’espressione artistica e spirituale autentica. Nella musica, nel canto, nella danza e nella vita, questi principi ci guidano verso una connessione profonda con il Tao, il principio universale. Nel fare ciò, non solo creiamo arte, ma diventiamo parte integrante del grande disegno dell’universo, permettendo alla nostra essenza di risuonare in armonia con tutto ciò che ci circonda. Attraverso l’arte, possiamo sperimentare il lato mistico di Wu Wei e Wu Shin, portando il sacro nel nostro agire quotidiano, trasformando ogni gesto, ogni suono, ogni movimento in un riflesso dell’infinito.

Lorenzo Pierobon 2024 ©

Il Mistero della Voce LAB. 14 dicembre – Milano –

Le date: 14 dicembre 15 febbraio 2025 12 aprile 2025

Un laboratorio che nasce dall’esperienza di Lorenzo Pierobon, musicoterapeuta, cantante e ricercatore della Voce, e dall’esigenza di iniziare a trasmettere una conoscenza accumulata in quasi trenta anni di ricerca e sperimentazione vocale. Gli incontri sono pensati per indagare lo strumento voce in maniera profonda, non soffermandosi esclusivamente sulla parte tecnica, ma esplorando le componenti più misteriose che conferiscono alla Voce lo status di “strumento trasformativo”. Le tecniche del canto armonico (overtones singing) ci accompagneranno in questo percorso alla scoperta della parte più nascosta e potente della voce: la componente esoterica. Tutti possono partecipare, non servono prerequisiti tecnici, in particolare è consigliato:

• A coloro che desiderano intraprendere un percorso di crescita personale e di consapevolezza

• Professionisti della relazione di aiuto (medici, psicologi, counselor, operatori olistici, insegnanti, etc).

• Artisti

• Cantanti e danzatori

• Esploratori

Gli incontri sono fruibili singolarmente, ma è fortemente consigliato il percorso completo, al termine del quale sarà rilasciato un attestato di frequenza. Per chi lo desiderasse è possibile attivare sessioni individuali di tutoring e supervisione in presenza, dove possibile, oppure online. (Gli incontri individuali, sono da considerarsi come costo a parte e saranno concordati direttamente con l’insegnante).

PROGRAMMA DETTAGLIATO

Segreteria KAILASH Telefono 02 39545486 e-mail informazioni@cckailash.it

 

 

VOICELAB laboratorio di ricerca vocale 3 dicembre – Monza

VOICELAB laboratorio di ricerca e sperimentazione vocale

il martedi con cadenza quindicinale dalle 20:30 alle 22:30 presso BB STUDIO via montelungo, 18 Monza 

Prossime date:  3-17 DICEMBRE

pierobon.lorenzo@gmail.com
Attraverso questo percorso entrerai in contatto con nuovi spazi liberi da condizionamenti e giudizio, farai esperienza di libertà e bellezza, insieme al gruppo svilupperai empatia e coltiverai i tuoi talenti.
Un percorso completo che utilizza la voce come mezzo per un viaggio nell’universo del suono e della vibrazione, utilizzeremo supporti audio e video, ascolti musicali mirati e meditazione sonore con l’ausilio di strumenti musicali. Il corso è finalizzato all’apprendimento del canto armonico, alla ricerca vocale e alla sperimentazione attraverso lo strumento “voce”. Per integrare questo percorso vi sarà la possibilità di partecipare a seminari mensili, incontri individuali, seminari residenziali.
alcuni degli argomenti trattati:

La danza del respiro
L’alchimia della Voce
Voce e archetipi
Voce e movimento
Canto armonico e mantra
Voce e intenzione
La voce estatica
Universo sonoro e fisica quantistica
Geometria sacra

 

 

Corso di formazione Voicecards 17 gennaio – Monza

Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione  Voicecards 2.0.  Il corso è a numero chiuso 

17 gennaio 2025 dalle ore 10.30  alle ore 17  in via Montelungo, 18 Monza presso BB STUDIO

Per tutte le informazioni clicca ; INFO 

pierobon.lorenzo@gmail.com

Lo stato di “flusso”  come  strumento  per il canto, l’improvvisazione e la creatività

Il concetto di flusso o “flow”, come introdotto da Mihaly Csikszentmihalyi, rappresenta uno stato di profondo coinvolgimento e concentrazione in un’attività, che ci trasporta in una dimensione senza tempo, in cui ogni azione scorre senza sforzo. Nel contesto del canto, dell’improvvisazione musicale e delle esperienze creative in generale, questo stato può essere uno strumento fondamentale per migliorare la performance, l’improvvisazione e alimentare la creatività. Per un cantante, è uno stato ideale che permette di esprimere la voce senza  inibizioni, senza che la mente razionale interferisca con il fluire  naturale dell’interpretazione. Molti cantanti si trovano spesso bloccati da pensieri di auto-giudizio o dall’ansia da prestazione, che possono ostacolare la naturalezza del loro canto. Il flusso, invece, permette di bypassare questo ostacolo, aiutando il cantante a “dimenticare” sé stesso e a concentrarsi unicamente sul momento presente. Ma come si raggiunge questo stato? Ci sono alcuni elementi chiave che contribuiscono a facilitare il flusso nel canto:

Equilibrio tra sfida e abilità: per entrare nel flusso, l’attività deve presentare una sfida adeguata alle proprie capacità. Se la sfida è troppo bassa, si rischia la noia; se è troppo alta, si sperimenta ansia. Nel canto, questo può tradursi nell’esecuzione di brani che richiedono una certa complessità tecnica ma che, allo stesso tempo, non siano così difficili da far sentire il cantante sopraffatto.

Attivazione della Presenza: una delle caratteristiche del flusso è la concentrazione assoluta sull’attività in corso. Nel canto, questo significa essere completamente presenti, sentire ogni nota, ogni respiro, ogni vibrazione, senza che la mente vaghi o si perda in pensieri distraenti.

Riscontro  e biofeedback immediato: la voce fornisce un feedback costante. Sentire come il suono risuona nel corpo, come le note vengono emesse, permette di monitorare continuamente la qualità della performance. Questo riscontro immediato è essenziale per mantenere il flusso. Quando un cantante entra in questo stato, la voce scorre libera, le emozioni si manifestano in modo autentico e il pubblico può percepire una connessione profonda con l’artista; questo non solo migliora la performance, ma rende il canto un’esperienza gratificante per chi lo pratica. L’improvvisazione, in particolare nel canto, è un terreno fertile in cui addentrarsi. Richiede la capacità di creare musica in tempo reale, senza la struttura rigida di un brano predefinito. Questo richiede una sincronia perfetta tra il pensiero musicale, la tecnica vocale e l’espressione emotiva, che può essere facilitata da questo stato.

Quando si improvvisa, l’obiettivo è lasciarsi trasportare dalla musica, esplorando nuovi percorsi sonori senza paura di sbagliare. Il flusso consente di superare il timore di fare errori, poiché l’attenzione è completamente focalizzata sull’evoluzione del suono in quel preciso istante. Ecco alcuni elementi che, in questo senso,  facilitano l’improvvisazione:

Libertà espressiva: l’improvvisazione richiede di mettere da parte il controllo razionale per dare spazio alla creatività. Il flusso permette al cantante di sperimentare, esplorare nuove melodie, ritmi e armonie, senza il peso delle aspettative.

Connessione emotiva: l’improvvisazione è un atto profondamente emotivo, e il flusso amplifica questa connessione. Il cantante si fonde con la musica, creando un ponte tra il sé interiore e il mondo esterno, un’esperienza che può risultare catartica e profondamente gratificante.

Ascolto attivo: per improvvisare, è essenziale essere completamente sintonizzati con ciò che accade musicalmente. Il flusso aumenta la capacità di ascoltare attentamente ogni suono e rispondere in modo spontaneo, creando un dialogo musicale fluido con altri musicisti o con la propria voce.

Oltre a migliorare la performance, questo stato interno, è uno strumento potente per facilitare esperienze creative. La creatività, che spesso richiede di uscire dai confini della logica e del pensiero strutturato, qui trova un terreno fertile: la mente si libera da blocchi e inibizioni, permettendo al processo creativo di emergere in modo spontaneo e naturale. Uno degli aspetti più affascinanti è la sua capacità di eliminare il giudizio critico, che spesso rappresenta un ostacolo per la creatività. Invece di analizzare o mettere in discussione ogni idea, le idee fluiscono liberamente, si sviluppano e si evolvono senza interruzioni. Questo stato è particolarmente utile per i musicisti, poiché permette loro di esplorare nuovi territori sonori senza essere bloccati dalla paura di fallire o di non essere all’altezza. Attivarlo non è sempre facile, ma ci sono alcune pratiche che possono aumentare le probabilità di sperimentarlo:

Tecnica: la pratica costante è fondamentale. Più un cantante o un musicista padroneggia la tecnica, più è libero di concentrarsi sull’espressione creativa senza essere distratto dagli aspetti tecnici dell’esecuzione.

Preparazione mentale: creare le giuste condizioni mentali è essenziale. Ridurre il rumore interiore, come l’auto-giudizio e i pensieri negativi, aiuta a focalizzarsi sull’attività e a mantenere la concentrazione.

Tecniche meditative: possono essere strumenti importanti per migliorare il canto, aiutando a sviluppare maggiore consapevolezza del corpo e della respirazione. Attraverso la meditazione, i cantanti possono imparare a rilassare le tensioni muscolari, a gestire l’ansia da performance e a focalizzarsi sulla corretta emissione vocale. La pratica meditativa porta a una connessione più profonda con il proprio respiro, che è fondamentale per il controllo della voce, e aiuta a entrare in uno stato di concentrazione e calma, facilitando l’espressione vocale autentica e fluida.

 

Concetto di flusso Applicato alla Terapia

Il concetto di flusso ha trovato applicazione in una vasta gamma di ambiti, dalla psicologia alle arti, dallo sport alla gestione aziendale, e non meno importante, nella terapia. In terapia può rappresentare un potente strumento per facilitare il processo di guarigione, migliorare il benessere psicofisico e aiutare le persone a riconnettersi con sé stesse. Questo stato, descritto come un’esperienza di completa immersione e presenza, può aiutare a promuovere la trasformazione interiore e la crescita personale. In terapia si verifica quando un paziente o un cliente entra in uno stato di concentrazione e coinvolgimento profondo durante una sessione. Questo stato non è limitato a una specifica forma di terapia: può manifestarsi in molteplici contesti tra cui la musicoterapia, la psicoterapia, l’arte terapia. Nel contesto terapeutico, si manifesta quando la persona è pienamente coinvolta nell’attività terapeutica, sia essa espressiva, come il canto o il disegno, sia riflessiva, come il dialogo con il terapeuta. Nel momento in cui si instaura questo stato, le resistenze iniziano ad indebolirsi, e la persona può accedere a una dimensione più profonda del proprio sé, consentendo una maggiore consapevolezza e comprensione dei propri stati emotivi, mentali e fisici. Raggiungere questo  stato  durante una sessione terapeutica, favorisce l’ instaurarsi di una serie di condizioni favorevoli e facilitanti:

Concentrazione e focalizzazione aumentate: la mente è completamente focalizzata sull’attività in corso. Questo porta a un maggiore coinvolgimento nel processo terapeutico, aiutando la persona a rimanere presente e consapevole di sé e del proprio vissuto. In terapia, la capacità di essere pienamente presenti nel momento è cruciale per riconoscere e affrontare emozioni e traumi che spesso vengono evitati o ignorati.

Riduzione dell’ansia e del giudizio: Il flow aiuta a mettere da parte il giudizio e il pensiero critico. Questo è particolarmente utile quando il timore di essere giudicati, anche da sé stessi, può ostacolare la crescita e il cambiamento. Nello stato di flusso, l’individuo è meno incline a preoccuparsi delle aspettative sociali o del giudizio esterno, il che facilita l’esplorazione emotiva e psicologica.

Autenticità emotiva: la persona è in contatto diretto con le proprie emozioni. Questo stato permette di sperimentare emozioni autentiche, senza filtri o repressioni. In molte terapie, come nella musicoterapia o nell’arte terapia, facilita l’espressione di emozioni che potrebbero essere difficili da verbalizzare. Le emozioni possono essere esplorate attraverso il suono, il movimento, la voce, il canto aiutando la persona a comprendere meglio sé stessa.

Superamento del controllo razionale: la capacità di lasciare andare il controllo razionale. Questo può essere particolarmente utile in terapie orientate all’espressione e alla creatività, dove il controllo razionale spesso limita il processo. In questo stato, il paziente può liberare il proprio potenziale creativo e emotivo, permettendo alla terapia di diventare un’esperienza profondamente trasformativa.

Accesso a nuove prospettive e intuizioni: può favorire una connessione più profonda con il sé interiore, aiutando la persona a ottenere intuizioni(insight) e nuove prospettive sui propri problemi. Nel flusso, le resistenze interiori si indeboliscono, permettendo di vedere situazioni e vissuti da angolazioni diverse, facilitando la crescita e il cambiamento.

 

Flow e Musicoterapia

La musicoterapia è uno degli ambiti in cui si manifesta in modo particolarmente evidente. Durante una sessione di musicoterapia, sia il terapeuta che il paziente possono entrare in questo stato di coscienza profondo specialmente durante momenti di improvvisazione musicale o di partecipazione attiva alla creazione del suono o di un canto. Quando il paziente entra in questo stato durante una sessione di musicoterapia:

  • Si connette profondamente con il suono e le vibrazioni, questo aiuta a regolare le emozioni e a raggiungere uno stato di equilibrio psicofisico.
  • Lascia emergere emozioni nascoste, la musica e il canto agiscono come canali che permettono di esplorare e esprimere emozioni difficili da verbalizzare.
  • Sperimenta una sincronia con il terapeuta, a collaborazione musicale in questo caso crea un legame terapeutico forte, che favorisce la fiducia e l’apertura emotiva.

Per esempio, nell’improvvisazione musicale o vocale, l’attenzione è completamente rivolta al suono e alle emozioni che esso evoca, consentendo al paziente di sperimentare una connessione profonda con il proprio mondo interiore, facilitando così non solo l’esplorazione emotiva, ma anche il rilascio di tensioni e blocchi energetici, portando a una sensazione di sollievo e liberazione.

 Flusso e terapia corporea

Nella terapia corporea, come il lavoro con il respiro, la bioenergetica, il Qi gong, si può manifestare quando il paziente entra in uno stato di consapevolezza profonda del proprio corpo. Questo può accadere, ad esempio, durante pratiche di respirazione o tecniche di rilassamento, in cui la mente si calma e l’attenzione si sposta completamente sulle sensazioni fisiche.

  • Consapevolezza del corpo: aiuta a diventare più consapevoli delle tensioni e delle emozioni bloccate nel corpo.
  • Rilascio di tensioni: quando si entra in flow, il corpo tende a rilasciare tensioni accumulate, promuovendo una sensazione di rilassamento e benessere.

In terapia corporea, permette alla persona di entrare in uno stato di sintonia con il proprio corpo, facilitando l’emergere di emozioni legate a tensioni fisiche o traumi.

 Come promuovere lo stato di flusso

Esistono alcuni fattori che possono favorire l’avvicinamento:

  1. Creare un ambiente sicuro e accogliente: il paziente deve sentirsi libero di esplorare senza paura di giudizio o critica. Un ambiente sicuro permette al cliente di lasciarsi andare e di entrare più facilmente.
  2. Stabilire obiettivi chiari: avere una chiara comprensione di ciò che si vuole ottenere nella sessione terapeutica può aiutare a focalizzare l’attenzione e a entrare più facilmente.
  3. Incoraggiare l’espressione creativa: sia che si tratti di musica, arte, movimento o canto, l’espressione creativa può essere un canale efficace per facilitare il raggiungimento di questo stato.

Il concetto di flusso applicato alla terapia apre una strada nuova e affascinante per migliorare il processo di guarigione e di crescita personale. Che si tratti di una seduta di musicoterapia, di un dialogo profondo io di un lavoro corporeo, può facilitare un’esperienza di completa immersione che permette di abbassare le difese, esplorare emozioni nascoste e trovare un senso di benessere e autenticità. In un mondo in cui spesso ci sentiamo frammentati e disconnessi, ci offre la possibilità di riconnettersi con il nostro sé più profondo, favorendo la trasformazione e il cambiamento. Coltivare il flusso richiede costanza, presenza mentale e un approccio equilibrato tra tecnica e libertà espressiva, ma una volta raggiunto, diventa una risorsa inestimabile per ogni artista che desideri esplorare nuovi orizzonti creativi e connettersi profondamente con la propria arte e con il pubblico.

Lorenzo Pierobon 2024 ©

 

 

Laboratorio: Il mistero della Voce LAB. 18 gennaio – Firenze

dalle 14 alle 18  Tutte le date: 9 novembre

18 gennaio 2025  22 marzo 2025 24 maggio 2025

Studio Clematis via Lorenzo di Credi 20 Firenze

SUONI DELL’ANIMA-L’ESSENZA NASCOSTA DELLA VOCE

laboratorio di canto armonico, ricerca e sperimentazione vocale con Lorenzo Pierobon.

Il percorso è finalizzato all’apprendimento del canto armonico, alla ricerca vocale e alla sperimentazione attraverso lo strumento “voce”, mezzo potente ed efficace per il benessere globale della persona, in grado di liberare tensioni, blocchi, stress e ristabilire armonia. Un viaggio nel magico e misterioso mondo della voce per scoprirne tutte le possibilità , non solo dal punto di vista artistico, ma anche e sopratutto dal punto di vista spirituale ed energetico.

VISUALIZZA QUI IL PROGRAMMA DETTAGLIATO

info: cantoarmonicofirenze@gmail.com cell. 3402843870

Laboratorio: IL MISTERO DELLA VOCE 19 gennaio – Lucca

dalle 9.30 alle 13:30  Tutte le date: 10 novembre

19 gennaio 2025  23 marzo 2025 25 maggio 2025

esploreremo lo strumento “Voce”dal punto di vista artistico, ma anche e sopratutto dal punto di vista spirituale ed energetico. La meditazione con il suono, la voce e gli stati di coscienza, la voce come strumento per la ricerca spirituale, questi alcuni degli argomenti trattati. Laboratorio di canto armonico, ricerca e sperimentazione vocale

Un lavoro profondo e adatto a tutti che unisce all’utilizzo del suono e della voce un naturale movimento corporeo e pratiche di respirazione profonda.

Esploreremo inoltre la ritualità, la condivisione e la contemplazione della dimensione del sacro attraverso l’uso di questo affascinante “strumento musicale

VISUALIZZA QUI IL PROGRAMMA DETTAGLIATO

Centro AMRITA via del Brennero 344 S.Marco, Lucca
INFO E PRENOTAZIONI
cell 329 3773096 patrimartix@gmail.com
cell 335 7581124 avaditi542@gmail.com

Direzione, intenzione, proiezione: il triangolo della voce

Il “Triangolo della Voce” non è solo un concetto teorico, ma un vero e proprio strumento pratico che può aiutarci a comprendere meglio le dinamiche di questo mezzo espressivo, ponendo l’accento su tre aspetti fondamentali: direzione, intenzione e proiezione. Questi tre elementi non solo influenzano la qualità e l’efficacia del canto, ma giocano anche un ruolo cruciale nella connessione tra cantante e ascoltatore, nonché nell’impatto terapeutico della voce.

Direzione: orientamento della voce

La direzione rappresenta l’orientamento fisico e mentale del cantante. Sul piano fisico, implica il controllo della postura, della respirazione e della risonanza per dirigere il suono in modo efficiente. Ad esempio, una buona postura e una respirazione diaframmatica permettono al cantante di mantenere il controllo del flusso d’aria, che è fondamentale per una voce stabile e potente.

Sul piano mentale, la direzione implica la consapevolezza dell’obiettivo del canto, che può variare dal raggiungimento di una determinata nota alla comunicazione di un’emozione specifica. Le neuroscience spiegano che il cervello umano è altamente coinvolto nella produzione vocale, con diverse aree cerebrali che cooperano per controllare il tono, il timbro e la dizione. Una direzione chiara può migliorare la precisione vocale e la coerenza espressiva, poiché il cervello coordina meglio i muscoli coinvolti nella produzione del suono.

Le due direzioni.

Interna

Quando cantiamo dirigendo il suono verso il centro del corpo, creiamo una vibrazione che può sciogliere tensioni e blocchi emotivi. Questo processo può aiutare a risvegliare parti di noi stessi che sono rimaste silenti, offrendo una nuova consapevolezza e pace interiore.

Esterna

Proiettando la voce verso l’esterno, possiamo esprimere noi stessi con forza e chiarezza. È come lanciare  un messaggio al mondo, affermando la nostra presenza e unicità. In questo modo possiamo creare una connessione potente con gli ascoltatori, comunicando emozioni e pensieri in modo diretto e coinvolgente.

Intenzione: energia  emotiva e creativa

L’intenzione è l’energia emotiva e creativa che  i cantanti mettono nella loro espressione vocale. Questo elemento è fondamentale per creare un collegamento emotivo con l’ascoltatore. Nel canto, l’intenzione può variare dalla narrazione di una storia alla condivisione di un’esperienza personale. Ogni canzone ha il potenziale di evocare emozioni profonde, e l’intenzione del cantante è ciò che dà vita e autenticità alla performance.

Nel contesto del canto terapeutico, l’intenzione assume un ruolo ancora più significativo. Il canto è utilizzato in molte culture antiche come strumento di cura, grazie alla sua capacità di influenzare lo stato mentale e emotivo. La scienza moderna supporta questa idea, studi recenti hanno dimostrato che il canto può ridurre i livelli di stress e ansia, migliorare l’umore e persino stimolare il rilascio di endorfine, sostanze chimiche  associate al benessere. L’intenzione di benessere e cura dunque, diventa un canale attraverso il quale il cantante può trasmettere vibrazioni positive e calmanti, che possono avere un effetto terapeutico sugli ascoltatori.

I quattro tipi di intenzione.

Esplorativa

Cantare con l’intento di esplorare nuove sfumature della nostra voce e del nostro essere è un atto di scoperta personale. Questo processo può svelare potenzialità vocali nascoste e arricchire la nostra espressione artistica e personale.

Catartica

L’intenzione catartica nel canto è rivolta alla liberazione delle emozioni represse. Questo può fornire un sollievo significativo, aiutandoci a gestire meglio lo stress e le tensioni quotidiane. La liberazione emotiva attraverso il canto è una pratica che risale a tempi antichi, utilizzata in molte culture come strumento di purificazione e rinascita.

Curativa

Cantare con l’intenzione della cura può influire positivamente sul benessere fisico e psicologico. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che il canto può stimolare il rilascio di endorfine e migliorare l’umore, riducendo i sintomi di ansia e depressione.

Connessione

Infine, l’intenzione di connessione è quella che cerca di creare un legame con gli altri e con il mondo. Cantare in gruppo o per un pubblico può costruire una sensazione di appartenenza e comunità, rafforzando i legami sociali e promuovendo l’empatia. (vedi l’articolo: La preparazione di un concerto: un viaggio tra simbolo, metafora e senso del sacro)

Proiezione: trasmissione della voce

La proiezione è il vertice del triangolo e rappresenta il modo in cui la voce del cantante viene trasmessa all’ascoltatore. Una buona proiezione richiede non solo una tecnica vocale solida ma anche una forte connessione emotiva e fisica con il pubblico. Nel canto, la proiezione è spesso associata alla capacità di riempire uno spazio con il suono, ma è anche una questione di trasmettere chiaramente il messaggio e le emozioni.

Nel canto terapeutico, la proiezione è cruciale per l’efficacia del trattamento. Ad esempio, nelle pratiche di canto armonico, il cantante usa tecniche specifiche per creare frequenze che risuonano in diverse parti del corpo, influenzando così l’equilibrio energetico e promuovendo il benessere. La proiezione non è solo una questione di volume, ma anche di qualità del suono e di intonazione, che possono influenzare il sistema nervoso e le onde cerebrali degli ascoltatori.

Il Triangolo della Voce offre un modello per esplorare il potenziale della voce umana sia nel campo artistico che in quello terapeutico. La direzione, l’intenzione e la proiezione sono elementi interconnessi che, se ben compresi e sviluppati, possono elevare l’esperienza della Voce a livelli straordinari. Questa consapevolezza non solo arricchisce la pratica vocale ma offre anche strumenti per la cura e il benessere, dimostrando ancora una volta il potere trasformativo della voce umana.

Lorenzo Pierobon 2024 ©

Concerto: d-SAFe per MONZATYKA 16 gennaio – Monza

 

 

dettagli della serata in corso di definizione

d-SAFe gli alfieri del Power Ambient dal vivo per Monzatika di Luca Urbani e Andy

Dove andiamo noi non c’è bisogno di note”

Marco Pancaldi: chitarra, Pancaltulator
Lorenzo Pierobon: voce, macchine riverberatrici

 

d-SAFe   info

 

 

I dodici archetipi di Jung la Voce e il canto

Carl Gustav Jung ha introdotto il concetto di archetipi come modelli universali presenti nell’inconscio collettivo. Questi archetipi rappresentano personaggi e simboli ricorrenti nelle storie, nei miti e nella psiche umana, influenzando profondamente il comportamento e le emozioni. Nella pratica del canto, questi archetipi possono trovare una loro espressione e diventare strumenti di connessione con le dimensioni più profonde del Sé. La voce, come mezzo di espressione primaria e personale, può incarnare queste figure archetipiche, creando un ponte tra l’inconscio e il mondo esterno.

Di seguito esploriamo i 12 archetipi di Jung e come ciascuno di essi possa influenzare e arricchire l’espressione vocale e il canto, sia nel contesto del canto tradizionale che in quello del canto armonico.

Il Saggio: rappresenta la ricerca della verità, della conoscenza e della comprensione più profonda. Il Saggio è riflessivo e consapevole, e la sua voce esprime calma, consapevolezza e autorità silenziosa. Nel canto, questo archetipo si manifesta attraverso un uso pacato della voce, con toni gravi e profondi, capaci di trasmettere conoscenza e tranquillità. L’uso di toni bassi e stabili favoriscono la meditazione e l’introspezione, permettendo al cantante di raggiungere una condizione di centratura interiore.

L’Innocente: è ottimista, puro e fiducioso. Questo archetipo si affida alla bontà del mondo e alla semplicità della vita. La voce dell’Innocente è luminosa, leggera e priva di complessità emotive. Nel canto, l’Innocente evoca melodie semplici e gioiose, con toni chiari e leggeri che trasmettono purezza e serenità. Una voce chiara e senza tensioni, che si esprime attraverso melodie delicate e ritmiche semplici.

L’Esploratore: è spinto dal desiderio di andare oltre i confini del conosciuto, alla ricerca di nuove esperienze e possibilità. Nel canto, l’Esploratore si manifesta attraverso l’innovazione e la sperimentazione vocale, giocando con ritmi, melodie e tecniche inusuali. La sua voce è dinamica, flessibile e aperta a esplorare nuove strade. Una voce che si avventura fuori dagli schemi tradizionali, sperimentando nuove melodie e tecniche vocali.

Il Sovrano: rappresenta il potere, il controllo e la padronanza di sé. Questo archetipo incarna l’autorità e la capacità di organizzare e dominare. Nel canto, il Sovrano si esprime con una voce forte, ben controllata e proiettata, che trasmette sicurezza e leadership. Una voce decisa, potente e ben modulata, che proietta un senso di comando e stabilità., controllo preciso delle risonanze vocali, dimostrando padronanza tecnica e forza interiore.

Il Creatore: è l’archetipo dell’innovazione e dell’immaginazione. Egli si esprime attraverso la creazione di qualcosa di nuovo, unico e personale. Nel canto, il Creatore trova espressione attraverso l’invenzione di melodie e armonie originali, che rappresentano la volontà di dare forma a emozioni e pensieri . L’uso della voce per creare combinazioni sonore innovative e armonici complessi, sperimentando nuove risonanze e tecniche vocali.

L’Angelo Custode: è l’archetipo della protezione, della cura e della compassione. Rappresenta l’amore altruistico e il desiderio di proteggere e prendersi cura degli altri. La voce dell’Angelo Custode è dolce, accogliente e rassicurante, capace di creare un senso di sicurezza e conforto. Una voce morbida e calorosa, che trasmette amore e conforto, capace di  creare un’atmosfera di serenità e protezione, favorendo il rilassamento e il benessere.

Il Mago: è l’archetipo della trasformazione e della magia. Egli è in grado di influenzare il mondo e le persone attraverso la sua capacità di trasformare l’energia e la materia. Nel canto, il Mago si esprime attraverso una voce che cambia e si trasforma, utilizzando variazioni dinamiche e timbriche per guidare il processo di cambiamento interiore. L’esplorazione delle risonanze profonde per indurre stati di coscienza alterati e favorire la trasformazione interiore.

L’Eroe: rappresenta il coraggio, la forza e la volontà di affrontare sfide e difficoltà. Questo archetipo è guidato dal desiderio di superare gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi. Nel canto, l’Eroe si esprime con una voce potente e sicura, capace di trasmettere determinazione e resistenza.  Una voce forte e determinata, che comunica coraggio e forza di volontà,  il  controllo tecnico  per esprimere potenza interiore, mantenendo un equilibrio stabile tra forza e precisione.

Il Ribelle: è colui che sfida le regole e le convenzioni, cercando di cambiare il sistema. Questo archetipo è caratterizzato da un desiderio di libertà e indipendenza. Nel canto, il Ribelle si esprime attraverso l’uso di tecniche non convenzionali e dissonanti, rompendo le regole per creare qualcosa di nuovo sfidando le aspettative e le convenzioni  musicali. La sperimentazione con suoni inusuali e dissonanti, spingendo la voce verso nuove possibilità espressive.

L’Amante: rappresenta l’amore, la passione e il desiderio di connessione emotiva e fisica. Questo archetipo è guidato dall’emozione e dal desiderio di creare legami profondi. Nel canto, l’Amante si esprime con una voce calda, sensuale e avvolgente, capace di trasmettere intensità emotiva e intimità. Una voce calda e ricca di emozione, che trasmette passione e desiderio.

Il Giullare:  rappresenta la gioia, la leggerezza e la capacità di vivere il momento presente. Questo archetipo cerca di portare allegria e leggerezza nella vita, ridendo di sé stesso e del mondo. Nel canto, il Giullare si esprime con una voce giocosa, dinamica e ricca di energia. Una voce leggera e vivace, che si muove rapidamente tra diversi registri, creando un senso di gioco e spensieratezza. L’uso di ritmi veloci e suoni brillanti per evocare gioia e movimento.

L’Orfano: rappresenta la vulnerabilità, la solitudine e il desiderio di appartenenza. Questo archetipo si confronta con la perdita e la mancanza, ma è anche caratterizzato da una forte capacità  di resistenza e speranza. Nel canto, l’Orfano si esprime con una voce fragile e malinconica, che trasmette vulnerabilità e desiderio di connessione. Una voce delicata e malinconica, che esprime sentimenti di solitudine e ricerca interiore.

I 12 archetipi junghiani offrono una mappa potente per esplorare il mondo interiore attraverso la voce e il canto. Ogni archetipo incarna un’energia specifica che può essere canalizzata nella pratica vocale, arricchendo l’espressione musicale e offrendo nuove vie di connessione con le proprie emozioni e il proprio inconscio.

Lorenzo Pierobon 2024 ©