Archivio annuale 17 Dicembre 2018

Ascolta le puntate di Voice Anatomy con Lorenzo Pierobon su Radio24

Intervista a Lorenzo Pierobon nella puntata completa  del 16 dicembre  2018 della trasmissione Voice Anatomy condotta da Pino Insegno per Radio24

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Intervista a Lorenzo Pierobon nella puntata completa  del 25 novembre 2018 della trasmissione Voice Anatomy condotta da Pino Insegno per Radio24

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Alva Noto e il canto mongolo alla biennale di Venezia 2019

L’artista tedesco parteciperà al progetto “a TEMPORALITY”, un lavoro interdisciplinare focalizzato sull’antica tradizione del canto di gola mongolo. Ecco di che si tratta…

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La voce, il tuo biglietto da visita (intervista)

La voce, il tuo biglietto da visita!* intervista a cura di Fabiola Renzi

Eccomi qui caro lettore per trasportarti in un viaggio attraverso la via della voce, alternata da sussurri e silenzi. Scrivo mentre sto imparando a riconoscere la mia voce.

Questo è il motivo per cui non ascolterai un audio ma leggerai per cinque minuti, forse sorridendo insieme a me, perché imparare a modulare o gestire la propria voce scritta o parlata, a qualsiasi età, apre nuove prospettive. Partiamo da qui.

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Simbologia della triade vocalica U O A nel canto armonico

Una delle sequenze vocaliche che utilizzo più frequentemente per insegnare la tecnica a singola cavità è UOA, una sequenza che in qualche modo ritengo “sacra”,  in questo breve articolo cercherò di spiegarne le motivazioni.

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La Via dell’arco, la Via della voce

“Lo Zen e il tiro con l’arco” (Zen in der Kunst des Bogenschießens), scritto da Eugen Herrigel. È un libro affascinante che esplora la relazione tra la filosofia zen e la pratica del tiro con l’arco giapponese, il kyūdō. Herrigel, filosofo tedesco, si trasferì in Giappone negli anni ’20 e decise di apprendere il kyūdō per comprendere meglio lo spirito del buddhismo zen. Nel libro, racconta il suo percorso di apprendimento sotto la guida del maestro Kenzo Awa, mettendo in luce come il tiro con l’arco non sia solo una tecnica fisica, ma una disciplina mentale e spirituale che richiede concentrazione, abbandono dell’ego e un’unione totale tra mente e corpo. L’opera si è rivelata una porta d’ingresso per molti occidentali interessati alla filosofia orientale, fornendo un ponte tra le pratiche zen e il pensiero occidentale, il libro rimane un classico per chi cerca ispirazione sul significato profondo della pratica e sulla connessione tra azione, mente e spirito.

Dopo aver letto Lo Zen e il tiro con l’arco  ho intuito che vi fosse un certa similitudine tra l’arciere ed il cantante. L’arciere tende il suo arco, si prepara al tiro e scocca la freccia; il cantante (in particolare quello che pratica il canto armonico), prepara il suo arco (il corpo), tende la corda attraverso i movimenti della lingua, e scocca la sua freccia creando gli armonici al di sopra della nota fondamentale.Solo dopo essermi iscritto ad un corso di tiro con l’arco, ed aver imparato a tirare,   è arrivata l’intuizione. 

Attraverso la vocalizzazione del fonema : L-U-I si possono imitare e visualizzare le tre posizioni dell’arciere. Questo esercizio si può utilizzare in particolare nel canto armonico a due cavità, cioè quella tecnica che prevede il sollevamento della lingua verso il palato, in modo da formare due zone di risonanza, quella superiore e quella inferiore. Attraverso un controllo appropriato possiamo ottenere due (o più) armonici nell’arco di una emissione vocale. 

 

La prima fase consiste nell’ incoccare la freccia  attraverso la vocalizzazione della consonante L. La lingua si posiziona a contatto con gli alveoli dentali (incisivi superiori).

Si passa poi alla vocale U , corrispondente alla fase del tendere l’arco. La vocale u è caratterizzata dalla chiusura delle labbra, che formano un’apertura più stretta, e dall’arretramento della lingua.

Infine per scoccare la freccia si vocalizza la  I , la lingua si appiattisce e i suoi bordi esterni vengono  a contatto con la parte interna dei molari e premolari (arcata superiore), la punta scatta in avanti come la punta della freccia quando lascia la corda tesa dell’arco

Alla fine si uniscono i tre movimenti : incocca (L), tendi (U), scocca (I) in una sola emissione……e la freccia raggiunge il bersaglio! E’ così che il cantante, come l’arciere, diventa tutt’uno con il suo canto.

© 2011 Lorenzo Pierobon

L’elaborazione del suono nei bambini autistici

fonte: Le Scienze edizione italiana di Scientific American

Da uno studio con la tecnica MEG

Rispetto ai coetanei sani, i bambini con autismo rispondono più lentamente, con una frazione di secondo di ritardo, ai suoni vocali e alle intonazioni

Tenui segnali magnetici nell’attività cerebrale dei bambini autistici mostrano che essi elaborano il suono e il linguaggio in un modo differente dai bambini non autistici. E’ quanto risulta da una ricerca condotta presso

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La Voce che nutre

Estratto dal libro “Suoni dell’anima – l’essenza nascosta della voce” (Minerva Edizioni)

Affermare che la voce possa essere utilizzata come una fonte di nutrimento, può apparire quantomeno inusuale. Ma in effetti non esiste strumento più fruibile ed immediatamente disponibile del nostro suono. Anche in questo caso, esistono , a nostro parere, più livelli per quanto riguarda l’ emissione vocale: il primo è fisico, grazie al quale vengono avvertite le vibrazioni a  livello corporeo, più o meno intensamente, a seconda del grado di sensibilità propriocettiva.

Il secondo, che può avvenire a livello cosciente o inconscio, riguarda l’aspetto mentale, il pensiero, il dialogo interno, e spesso implica un giudizio sulle qualità vocali stesse! A tal proposito , un percorso di crescita adeguato dovrebbe portare invece proprio alla sospensione di questo tipo di  giudizio. Approfondiremo più avanti questo aspetto così  determinante.

Un terzo  livello riguarda la relazione che intercorre tra Intenzione ed Intuizione. A nostro parere questi due concetti  sono  interdipendenti. Mano a mano che viene lasciato spazio all’intuizione, astenendosi ad esempio da un  giudizio qualitativo, ecco che si può fare strada la nostra Intenzione più autentica, quella libera da convenzioni, filtri personali o sociali.

Questa apertura verso la ricerca dell’ ”Intenzione intuita”, e non costruita, e la presa di coscienza della stessa, porta inevitabilmente ad una crescita e  uno sviluppo dei processi intuitivi stessi.

Questo chiarifica e fissa sempre di più quale è  o quali sono le intenzioni più vicine alla nostra essenza  spirituale, creando quello che noi definiamo “Flusso di intuito intenzionale”, virtuoso  quanto efficace ai fini dello sviluppo personale e  al  nutrimento mentale e spirituale ottenuto tramite la voce. L’intento più elevato cui tendere, per qualcuno corrisponde agli obiettivi dell’Anima, che, in quanto tali, possono solo essere “intuiti” e non conosciuti tramite i processi mentali convenzionali.

Questa visione non è d’altronde un’invenzione recente, ma è una “pratica” ben conosciuta e collaudata dalle società tribali dove lo Sciamanesimo è ancora considerato una forma di terapia , con connotazioni di sacralità.

La complessa e profonda spiritualità che permea questi riti, può venire tradotta  in un linguaggio più consono alla mentalità occidentale,  da noi definita come l’equazione sciamanica : suono (voce, tamburi, strumenti acustici,ecc) + intenzione = …manifestazione….

Ed in effetti, sempre da queste culture, ci vengono anche suggerite le strategie per ottenere questa “manifestazione”, che nella fattispecie abbiamo chiamato nutrimento.

© 2012 Lorenzo Pierobon  – Veronica Vismara

La Voce e il Talismano

Talismano s. m. [dal pers. ṭilismān, plur. di ṭilism, che è dal gr. Tèlesma

«rito p(religioso)»]. – Oggetto naturale o manufatto, spesso decorato di figure o di segni simbolici, cui si attribuisce un valore e un potere magico (e spesso anche sacrale) di aiuto e di propiziazione, e in alcuni casi di protezione, e che perciò si conserva o si porta con sé dappertutto

Il Talismano vocale è una pratica innovativa, frutto di anni di studio e ricerca, integrata nel metodo di sviluppo vocale Vocal Harmonics in Motion. Essa consiste in una serie di vocalizzazioni che combinano il potere dell’intenzione, il simbolismo e gli archetipi, con l’obiettivo di generare un fonema applicabile in vari contesti.

La pratica inizia con la vibrazione più sottile (voce afona), legata al pensiero e all’intenzione. Si passa poi alla voce parlata spontanea, che infonde vitalità al suono attraverso l’affermazione “Io suono, Io sono”. Successivamente, si lavora sulla pulsazione per costruire una struttura sonora ritmica.

A questo punto, il bisbiglio introduce l’aspetto più “magico” della pratica: un suono ancestrale ed evocativo che richiama memorie profonde e ataviche. Infine, si esegue il canto della sequenza per attivare il talismano tramite l’In-Canto. Questa fase coinvolge l’uso di visualizzazioni e una percezione corporea amplificata.

Il Talismano vocale può essere praticato sia individualmente che in gruppo, offrendo un’esperienza trasformativa e connessa alle radici profonde del suono.

il talismano della foto è di https://www.facebook.com/CreazioniGhii/

© 2018 Lorenzo Pierobon

Musicoterapia, un ponte per le emozioni

E in principio fu Musica!!!
L’affermazione può sembrare un po’ eccessiva e di biblica memoria ma chiunque si soffermi a pensare al momento esatto in cui sembra abbia avuto inizio l’esplosione creatrice dell’Universo, il famoso Big-Bang, non può non immaginarlo …

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Canta che ti passa

La saggezza popolare popolare dice “canta che ti passa”… non è solo un motto di spirito, ma una piccola perla che dovremmo tutti ascoltare. Il canto, le parole delle canzoni, raccolgono pensieri espressi spesso da persone illuminate, siano esse vissute migliaia di anni fa che ai nostri giorni. Questi pensieri, ascoltati e ripetuti…

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